domenica 26 gennaio 2014

David Moyes ed il Fantasma di Sir Alex

Carrington, centro di allenamento del Manchester United. Ufficio del manager. Fotografie, targhe commemorative e cimeli adornano i muri. Su un lato c’è una vetrina che una volta conteneva trofei ma che adesso è completamente vuota, a parte un trofeo “LMA Manager of the Year” e una parrucca di Marouane Fellaini. David Moyes è seduto sulla scrivana, leggendo i giornali. Ha una stanca, gelida espressione. All’improvviso si accorge un’ombra ed alza lo sguardo.

MOYES: Sir Alex! Mi hai spaventato a morte! 
FERGUSON: I fantasmi del passato, Davie. Sempre ti perseguiteranno, fintanto glielo consentirai.

MOYES (allungando la mano verso Ferguson): Non sapevo saresti venuto. Sei qui per questioni riguardanti il club?
FERGUSON: Tu me lo dovresti dire. Ho sentito che Mata è qui in sede.

MOYES: Sta facendo le visite mediche. Sarà qui a momenti. Perché sei qui?
FERGUSON: Solo una chiaccherata, Davie. 
Nella vita c'è sempre qualcosa di cui pentirsi
(Prende una sedia). Ti importa?
(Moyes non dice niente, Ferguson si siede).
Ascoltami, Davie. Non sono convinto a proposito. Sono un sacco di soldi per un giocatore che non ha giocato molto. Per questo non mi è mai piaciuto fare acquisti a gennaio.

MOYES: Certo, posso capirti. Ma….
FERGUSON:E’ una zona del campo dove siamo già coperti: Rooney, Kagawa, Januzaj. Anche Fellaini può giocare lì

MOYES: Ma un giocatore del suo calibro non sempre è disponibile sul mercato, Sir Alex. E la squadra che abbiamo …
FERGUSON (interrompe Moyes): La squadra che tu hai dall’inizio della stagione ha vinto la Premier League con 11 punti di vantaggio. Adesso tu sei settimo, fuori da entrambe le coppe, i tifosi sono esasperati, i giocatori sono frustrati, la stampa ti sta facendo a pezzi e tu sei nel panico.
Naturale evoluzione della specie

MOYES: Non sono nel panico. Ok. Non siamo certo dove volevamo essere. Ma non è tutta la crisi che la gente fa credere.
FERGUSON (avvicinandosi a Moyes) Hai gli occhi infiammati, Davie. Dormi la notte?
(Moyes non risponde. Qualcuno ha bussato alla porta. Prima che Moyes può rispondere, la porta si apre. E’ Juan Mata)

MATA: E’ l’ufficio del manager?
MOYES: Si.
(Mata entra mentre Ferguson se ne va senza presentarsi. Mata si siede)


Così si insegnano i trucchi del mestiere
MATA: Perdonami, ma tu sei più vecchio di quello che pensavo.
MOYES: Sto invecchiando molto.

MATA: La scorsa note era così stanco che sono andato dritto in hotel a dormire. Non so nemmeno cosa è successo contro il Sunderland. Hai i giornali?
MOYES (con un braccio toglie di torno i giornali presenti sulla sua scrivania) No... Voglio dire… Questi sono vecchi. Noi… Abbiamo vinto. 2-1

MATA: Quindi siamo andati ai rigori? Come è finita?
MOYES: Ad essere onesto non me lo ricordo. Comunque, è fantastico che tu sei qui. C’erano voci che la scorsa notte fosti rigirato sulla M6 e tornato a casa.

MATA: Solo uno scherzo su Twitter. Non dovresti credere troppo a quello che leggi in Twitter.
MOYES: Quindi la storia del rigore calciato da Phil Jones? 


Anche la Polizia di Chorlton se la ride...
MATA: Un altro scherzo su Twitter.
MOYES: Hai già incontrato gli altri?

MATA: Si, ma David De Gea non c’era. Se lascio il mio numero, sarà in grado di contattarmi* ?
MOYES: Dubito. Ultimamente non ne blocca molte
*= in un gioco di parole, per entrambe le espressioni è stato usato Get hold che significa sia bloccare, avere la presa, sia contattare, raggiungere;

MATA: Quindi, mister. Io voglio dire solo che è un onore. Gente dice che il manager non è molto importante tanto quanto i giocatori, il proprietario e il direttore sportivo. Il bello del calcio inglese? Il manager è il padre del club. Il numero uno. Tutti lo rispettano. Quello che dice è legge. Non vedo l’ora di iniziare. Quando vuoi che incominci ad allenarmi?
MOYES: Quando pare a te.

MATA: Bene. Come tu sai, un giocatore vuole solo essere ammirato e rispettato. Al Chelsea non mi sentivo più necessario. Non sono un ala, la mia posizione è dietro al centravanti. E' lì che devo giocare.
C'è sempre una soluzione...
MOYES: Si. Certo, ma abbiamo un sacco di giocatori in quel ruolo.

MATA: Questo non va bene. Io devo giocare dove mi sento più a mio agio. 
MOYES: Tu saprai, il capo di Old Trafford è molto più grande di tanti altri. Sicuro che troveremo spazio per te da qualche parte.

MATA: Devo dire anche che non vedo l’ora di giocare con Rooney. Rooney vuole rimanere?
MOYES: Scusa. Chi?

MATA: Wayne Rooney. Vuole rimanere?
MOYES: Al cento per cento. Abbiamo avuto problemi con lui? Si. Lui ha fatto una richiesta di cessione? Si. Si è presentato al campo di allenamento con una maglia del Chelsea? Si. Ma questo è il passato. Non credo che ultimamente abbia indossato nessuna maglia del Chelsea. Almeno non dallo scorso Natale.

MATA: Tutto quello che voglio dallo United è condividere le mie ambizioni. Ho vinto una Champions League e un Mondiale. Ma voglio di più. Non credo in Dio, ma quando sei lì, alzando una Champions League con le tue mani….Non ti senti una divinità? Non è così?
MOYES: Si... In realtà mi ricordo che quando vinsi la Division Two con il Preston nel 2000 quel momento fu per me …quasi religioso…

MATA: Voglio competere per la Premier League e giocare in Champions League ogni stagione. Voglio vincere trofei. Voglio che i migliori giocatori al mondo vengano al Manchester United. E soprattutto voglio giocare per un manager che si senta il migliore al mondo. Non è così?
(Improvvisamente la porta si apre. Ferguson è sulla soglia. Moyes ha un sussulto)

MOYES: Sir Alex?
FERGUSON: Rispondigli, Davie. Ci credi?
(Moyes fissa prima Ferguson e poi Mata che ha un’espressione stranita)
FERGUSON: Non ti può aiutare, Davie. Tu sei l’unico che può vedermi.
MATA: Mr Moyes? Tutto OK?
(Moyes non riesce a parlare. Guarda prima Ferguson, poi la cabina dei trofei vuota sulla sua destra e poi ancora Ferguson)

FERGUSON: I fantasmi del passato, Davie. Sempre ti perseguiteranno, fintanto glielo consentirai…

Traduzione dell'articolo : David Moyes persuades Juan Mata to join Manchester United against the advice of Sir Alex: A one act play pubblicato sul Telegraph

@JuriGobbini

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