domenica 8 dicembre 2013

Kiups in Bundesliga

Il bambino seduto accanto a me sul treno regionale Freiburg-Offenburg ha l’aria triste ed infreddolita. Oggi il suo idolo, Matthia Ginter, non ha segnato e il Freiburg ha perso malamente in casa per 3-0. Sul binario opposto ci sono alcuni tifosi del Wolfsburg che stanno aspettando che arrivi l’Intercity che li riporterà al nord, con arrivo previsto poco prima di mezzanotte. 5 ore e passa di viaggio che, sommate ad altrettante effettuate questa mattina per arrivare quaggiù fino in Baden-Wuttemberg, fanno una giornata intera spesa attraversando la Germania.

Nel frattempo il nostro treno si mette in movimento, ed i tifosi del Wolfsburg scompaiono piano piano dalla nostra vista, mentre il bambino li continua ad osservare con la coda dell’occhio e con un pizzico d’invidia. Quanto vorrebbe essere lui quello che ha vinto 3-0, oggi. Ma ci dovrà fare l'abitudine. Il calcio, come la vita, è fatto di vittorie, sconfitte ed anche pareggi: l'importante è però crederci sempre, mai darsi per vinti.

In questi ultimi anni si parla sempre di più di Bundesliga in Italia. Non solo per le gesta del Bayer di Guardiola o del BVB di Klopp, dominatori in Europa. Si parla spesso di come gli stadi siano pieni, di come i club siano solidi a livello finanziario e del fatto che andare alla partita è  un momento di festa e non di guerriglia urbana.

Avere il Friburgo a pochi passi era un’occasione troppo ghiotta per essere rifiutata così mi sono anch’io concesso un giornata interamente dedicata alla Bundesliga.
Il responso è stato ovviamente positivo. A partire dall’acquisto del biglietto che non ha richiesto né "Tessere del tifoso", né altri documenti. Vado, compro e pago. Costo per la Südtribune, la loro Curva Sud: €12,00 !! In pratica quanto costa vedere una partita  di Eccellenza o Serie D....
Ovviamente non ho il posto a sedere – i posti in curva sono spesso Stehplatz, in piedi – ma considerato che lo stadio è tutto al coperto (cosa importante in caso di maltempo) che problema c’è a stare in piedi un’ora e mezza?

Per arrivare allo stadio ho due opzioni: il fai-da-te oppure i bus speciali a €6 andata/ritorno che collegano 8 zone intorno a Freiburg, servendo almeno 20 paesi limitrofi. Gli autobus ti portano sotto lo stadio un'ora e mezza prima della partita e ti riportano a casa appena finita, evitandoti stress per cercare parcheggi o saltare dal treno al  tram.
Nonostante la fermata più vicina sia sotto casa (che culo!) opto per il fai-da-te (visto che ho comunque l'abbonamento mensile ai trasporti, la Regiokarte), così vado col treno fino a Freiburg e da lì proseguo in tram. Il giorno della partita vengono effettuate corse aggiuntive ed il mezzo ti che porta a pochi passi dal Mage Solar Stadion.
Lo stadio nella foresta nera (Fonte badische-zeitung.de)

L’atmosfera è piacevole, i bambini fanno la foto con la mascotte, e c’è anche uno stand dove mangiare e bere. Opto per la classica birra pre-partita, e noto che il bicchiere viene dato in pegno : costa 1 euro, poi paghi ogni volta che “fai il pieno”. Quando glielo riporti ti becchi i soldi indietro:  Eins Euro Züruck
Sembrerebbe una cazzata, in realtà la mossa stimola la gente. Ed infatti in terra non c’è il solito mare di vetro e plastica. In Italia, l’intorno di uno stadio nel dopo-partita è paragonabile invece ad una discarica.  Qui invece sembra tutto pulito ed ordinato. E per i più pigri o svogliati, c’è sempre qualcuno che gironzola intorno proponendoti di farlo per te, così si becca lui l’euro. Un nuovo modo di chiedere l’elemosina che almeno è utile all'ambiente.

L’ingresso si rileva più semplice del previsto: nessun tornello o cazzi vari, controllo rapido dello zaino e via, entro in meno di un minuto. Arrivo velocemente al mio settore e scopro che sono proprio accanto ai sostenitori del Wolfsburg. Non molti per la verità, saranno 150 all’incirca, ma pur sempre confinanti solo qualche metro. 
Le mie paure vengono subito svanite dalla presenza di bambini intorno a me. Certo non ci sono solo bambini, ma anche adulti, e pure qualche bella bionda col cappellino di babbo natale regalatoci all'ingresso.... Insomma di tutto e un po’.


Ma sbaglia chi pensa che i tifosi siano freddi e distanti. Date un'occhiata dalla curva del Borussia e cambierete idea. E così anche a Freiburg il calcio è vissuto con estremo calore.
Passione e sentimento che portano a pienare uno stadio nonostante temperatura polare, e nonostante la squadra sia in difficoltà - il Freiburg è terzultimo.

Ed infatti la mediocrità della squadraviene smascherata in campo dopo pochi minuti: il tempo necessario al giovane Arnold e alla vecchia volpe Olic di trapanare la difesa locale per due volte. Sotto 2-0 al 10’ del primo tempo la partita, contro una squadra superiore, era virtualmente conclusa. Ma anche qui, nessun fischio, nessun coro “andate a lavorare”, nessun motorino lanciato sugli spalti, e nessun ululato verso gli avversari di colore, i brasiliani Luis Gustavo e Naldo. 

I tifosi, con molta pazienza, hanno incitato fino all’ultimo. Cantato. Applaudito. Il Freiburg ci ha creduto fino in fondo, ma la scarsa vena realizzativa è stata palese, così ad andare ancora in gol è stato il Wolfsburg, nel recupero. 
Ma il 3-0 non ha scatenato nessun incendio di cassonetti, né sassaiole contro i pullman, né tantomeno nessun fracassamento della auto parcheggiate nei paraggi. Anzi il rientro è stato tranquillo, semplice e veloce, a parte un pizzico di fila per salire sul tram. Se l'atmosfera è questa quando perdono di brutto, allora non oso immaginare come sia quando vincono.

@JuriGobbini


domenica 22 settembre 2013

Da Fantozzi a Corona: Come è cambiato il calcio a Castel Rigone in 15 anni

Castel Rigone vs Messina
Ottobre 1998: in un grigio sabato autunnale, in cima alle colline che sovrastano il lago Trasimeno, era in corso una partita di calcio. Terza categoria per l’esattezza. Il punto più basso di tutti i campionati. In campo Castel Rigone contro Po’Bandino.

Il Castel Rigone era al primo campionato in assoluto. Una cenerentola bella e buona che si era imbarcata in un avventura che più tardi la vedrà arrivare lontano, molto lontano…. Il Po’Bandino era invece una squadra abbastanza rinomata all’epoca, e reduce da un inizio di anni ’90 devastante in cui aveva anche sfiorato la promozione in Prima categoria. Poi il declino, la retrocessione e lo smantellamento della squadra. Un’armata “Brancaleone” aveva preso il posto degli eroi biancoverdi di inizio decade. Un armata che quel giorno aveva riposto le speranze di fare risultato in campo avverso nel tandem d’attacco Galli-Fantozzi.

Daniele Fantozzi, detto Fans o Il Cobra –anche se i suoi soprannomi erano circa un centinaio – era il figlio dell’allora presidente, Sergio Fantozzi. Tuttavia, al contrario di quello che spesso succede negli ambienti dilettantistici, lui non giocava perché era il figlio del presidente. Giocava per il motivo che per gli altri erano più semplicemente scarsi. Fantozzi non ebbe molta fortuna nel mondo del calcio dilettantistico. Un solo gol con la maglia biancoverde, segnato proprio in quel campionato, contro il S.Arcangelo. Smise al termine di quella stagione, salvo poi ritornare clamorosamente in campo qualche anno dopo con la maglia del Real Perugia, prima di appendere definitivamente le scarpe al chiodo.
"Il Cobra" Daniele Fantozzi con
la maglia del Po'Bandino

Fabio Galli invece, era soprannominato Fabbio, nomignolo affibbiatogli per via delle sue origini orvietane. Era stato messo attaccante grazie al fisico imponente, anche se aveva tutto, tranne le movenze di un centravanti. I numerosi falli commessi contro  gli avversari gli erano valsi l’appellativo di “attaccante difensivo” e dopo qualche mese di inutili esperimenti fu messo definitivamente in difesa ed usato come terzino o stopper. Anche di lui si persero ben presto le tracce sui campi di calcio.

Il Po’Bandino vinse quella gara, seppure non nella maniera più comune. In campo infatti il Castel Rigone superò i biancoverdi per 2-0, ma complice il tesseramento irregolare di un giocatore, il punteggio fu ribaltato dal giudice sportivo. Per la cronaca la coppia d’attacco Galli-Fantozzi fu sostituita al termine del primo tempo. Una prestazione che definire scialba può sembrare un eufemismo.

In quindici anni tante le cose sono cambiate al San Bartolomeo da quella grigia giornata autunnale. Il Castel Rigone ha spiccato il salto verso i piani alti del calcio dilettantistico: quattro i campionati vinti di fila dalla Terza categoria fino all’Eccellenza. Il passaggio in serie D è stato più complicato e ha richiesto qualche anno in più anche se con grandi soddisfazioni, come la conquista della finale di Coppa Italia dilettanti, persa poi contro il Casarano in una gara disputata allo stadio Flaminio di Roma.
"Re Giorgio" Corona
Fonte: www.maidirecalcio.com

Poi lo scorso maggio, la storia ha aggiunto un nuovo capitolo. Il passaggio in Lega Pro ha coronato il sogno di patron Brunello Cucinelli, il magnate umbro del cashmere, che non solo ha portato in alto il nome di un paese di 400 abitanti, ma lo ha fatto imponendo il suo stile inconfondibile. Ma i capitoli sembrano non smettere mai di essere aggiunti a questa favola umbra. 

Siamo a settembre 2013 e al San Bartolomeo viene a far visita il Messina. Il Messina che nella stagione 2004-05 arrivò settimo in Serie A. Ma nemmeno un avversario pieno di storia e tradizioni riesce a fermare il Castel Rigone che può festeggiare la prima vittoria nei professionisti battendo i siciliani per 2-0. Messina che in attacco presentava bomber Giorgio Corona. Proprio lui, "Re Giorgio" che in carriera ha segnato oltre 200 fra Serie A, B, Lega Pro e Serie D.

Dal 1998 al 2013 sono passati 15 anni, ma il Castel Rigone continua a mietere successi in campo. Sia che gli avversari si chiamano Corona, Galli o Fantozzi.


@JuriGobbini


venerdì 23 agosto 2013

Football in Città: Londra

Tutte le principali squadre dell'area urbana Greater London
Squadre militanti in Premier Leage:

  • Arsenal (The Gunners)
    • Emirates Stadium; 60.000
  • Chelsea (The Blues)
    • Stamford Brigde; 42.000
  • Crystal Palace (The Eagles)
    • Selhurst Park; 26.000
  • Fulham (The Cottagers)
    • Craven Cottage; 26.000
  • Tottenham (The Spurs)
    • White Hart Lane; 36.000
  • West Ham (The Hammers)
    • Boleyn Ground (Upton Park); 35.000
Emirates Stadium (Arsenal)

Squadre militanti in Championship:

  • Queens Park Rangers (QPR, The Hoops)
    • Loftus Road Stadium; 18.360
  • Millwall (The Lions)
    • The Den; 20.000
  • Charlton Athletic (The Addicks)
    • The Valley; 27.111
Squadre militanti in League One:

Squadre militanti in League Two:

Squadre militanti in Conference National:

  • Barnet FC (The Bees)
    • The Hive Stadium (dove hanno traslocato di recente dopo l'abbandono dello storico Underhill di Barnet); 5.100
  • Welling Utd (The Wings)
Squadre militanti in Conference South:

giovedì 22 agosto 2013

Football in Città: Buenos Aires

Tutti gli stadi di Buenos Aires (incluso area limitrofe come Avellaneda, Sarandì e Caseros)

Squadre militanti in Primera Division:

  • All-Boys (Los Albos, El Albinegro)
    • Estadio Islas Malvinas; 21.500
  • Argentino Juniors (El Bicho)
    • Estadio Diego Armando Maradona (La Paternal); 25.000
  • Arsenal de Sarandì (Celeste y rojo, El Arse, Los del Viaducto)
    • Estadio Julio Humberto Grondona (El Viaducto); 18.500
  • Boca Juniors (Xeneises, Bosteros, La mitad mas uno)
    • Estadio Alberto Juan Armando (La Bombonera); 49.000
  • Racing Club Avellaneda (La Academia)
    • Estadio Presidente Peron (El Cilindro); 50.000
  • River Plate (Millionarios, La Banda)
    • Estadio Antonio Vespucio Liberti (Monumental); 61.000
  • San Lorenzo (El Ciclon, Los Cuervos)
    • Estadio Pedro Bidegain (Nuevo Gasometro); 45.000
  • Velez Sarsfield (El Fortin, La "V" azulada)
    • Estadio José Amalfitani; 49.000
El "Nuevo Gasometro" (San Lorenzo)


Squadre militanti in Primera B Nacional (equivalente Serie B italiana):

  • Ferrocarril Oeste (Oeste, El Ferro, Verdolaga)
    • Estadio Architetto Etchverri (El Tempo de Madera); 24.000
  • Huracàn (El Globo, Quemeros)
    • Estadio Tomas Adolfo Ducò (El Palacio); 50.000
  • Independiente Avellaneda (Los diablos rojos)
    • Libertadores de America (La doble visera); 57.000
Gli stadi di Independiente (in basso a sx) e Racing
Avellaneda  (in alto a dx) distanti solo poche centinaia
di metri (foto Google Maps)


Squadre militanti in Primera B Metropolitana (equivalente Prima divisione italiana):

  • Atlanta (Los Bohemios)
    • Estadio Don Leo Kolbovsky; 14.000
  • Barracas Central (Barraqueños, Camioneros, El Guapo)
    • Estadio Claudio Chiqui Tapia; 4.000
  • Chacarita Juniors (El funebrero, Chaca, Tricolor)
    • Estadio Chacarita Juniors; 25.000
  • Club Almagro (El tricolor)
    • Estadio Tres de Febrero; 19.000
  • Club Comunicaciones (El cartero)
    • Estadio Alfredo Ramos; 3.500
  • Defensores de Belgrano (Defe, El Dragòn, La màquina del Bajo)
    • Estadio Juan Pasquele; 10.000
  • Estudiantes de Caseros (Pincha, Matador)
    • Estadio Ciudad de Caseros; 17.000
  • Nueva Chicago (Los toritos de mataderos)
    • Estadio Republica de Mataderos; 23.000
  • Club Atletico Platense (Calamares)
    • Estadio Ciudad de Vicente Lopez; 31.000

Squadre militanti in Primera C Metropolitana (equivalente Seconda divisione italiana):
  • Deportivo Español (Los Gallegos, Depor, Rojo, Espa)
    • Estadio Nueva España; 35.000
  • Exursionistas (Exursio, Verde)
    • Estadio de Exursionistas (Pampa y Miñones; El coliseo de Bajo Belgrano); 8.000
  • Dock Sud Avellaneda (El dockle, Los Inundados)
    • Estadio de los inmigrantes; 8.000
  • General Lamadrid (Los carceleros, Lama)
    • Estadio Enrique Sexto; 3.500
  • Sacachispas (Saca, Lilla, Villero)
    • Estadio Beto Larrosa
  • San Telmo (Los Candombero)
    • Estadio Dr.Osvaldo Baletto; 5.500

domenica 7 luglio 2013

Italiani in vacanza: Meglio perderli o trovarli?

Fonte: http://www.voliameno.com
Quando in qualsiasi aeroporto capita di ascoltare gente – appena multata per chili in eccesso sul bagaglio – che si lamenta dicendo “Ma all’andata ce l’hanno fatta passare lo stesso” non ci si può sbagliare. Siete in presenza di italiani.

Gli italiani. Se non ci fossimo dovrebbero inventarci. Che mondo sarebbe senza gli italiani? Indubbiamente peggiore….Siamo famosi in tutto. Nel bene e nel male. Calcio, pasta, pizza, mafia...I nostri artisti sono sempre stati i migliori della storia. Ma purtroppo l’italiano medio è a volte un cattivo esemplare da esportazione, specie se in vacanza.


Perennemente agitato e incazzato negli aeroporti, mal sopportando le file o i tempi di attesa, l’italiano medio in vacanza sembra uscito da qualche libro di Fabio Volo. E' il frutto marcio di anni ed anni vissuti a suon di cine-panettoni, Grandi Fratelli, notizie su Sara Tommasi e cene bruciacchiate preparate grazie ai consigli di Antonella Clerici. 


L'italiano medio si comporta con aria di superiorità, come se avesse appena conquistato il mondo, disdegnando ogni contatto con esemplari che non appartengono alla stessa specie, gli italiani appunto. “Guarda ci sono altri italiani” fa l’italiano medio richiamando l’attenzione della consorte quando incontra i propri simili al giro.


L’italiano medio non fa mai combriccola con gli stranieri, semmai li sfotte. "Tanto non capiscono" pensa l'italiano medio che non parla la lingua del posto e nemmeno si sforza di andare oltre la conversazione fatta con gesti, facendo risultare impossibile persino ordinare un caffè senza dire "Quanto?" o "Grazie".


Fonte : http://arteesalute.blogosfere.it
Se va in vacanza in una località di mare, l’italiano medio è facilmente identificabile da lontano: telefono pronto ad immortalare qualsiasi banale istante della vacanza, costume all’ultimo grido, Gazzetta dello Sport. Si meraviglia quando vede donne in topless rimanendo ancor di più a bocca aperto in caso di incontri ravvicinati con nudisti, visti come extraterrestri appena scesi sulla terra. Come se Dio ci avesse creato già accessoriati  di costume Sundek ed infradito.


L’italiano medio si lamenta della camera perché quella vista sul catalogo dell’agenzia di viaggi a febbraio gli pareva diversa e più grande. L’italiano medio ha paura del maltempo perché visto che è in vacanza vuole la garanzia assoluta del sole. Se visita i musei, l'italiano medio è quello che cerca in tutti i modi di fare le foto, nonostante i cartelli di divieto. E poi, visto che ci è andato solo perché consigliato dalla guida, se ne esce con un "Non c'era niente da vedere".


L’italiano medio giudica il paese che sta visitando per la scarsa qualità del caffè o del cibo del buffet e per l’assenza di bidè. L’italiano medio prende il taxi, anziché il bus che fa lo stesso tragitto, spendendo €25 anziché €1,5, solo per paura di perdersi.


L’italiano medio è quello che quando l’aereo atterra accende subito il cellulare avvertendo tutti i parenti di primo e secondo grado che ha fatto un buon viaggio, che apre le cappelliere tirando giù il bagaglio a mano a tempo di record e completa la prova del Triathlon Aeroportuale precipitandosi al nastro a ritirare la valigia. Dove - con la stessa frenesia dei bambini che attendono la "pesca" ai baracconi delle sagre paesane -  aspetta intrepido il suo turno, pronto a fiondarsi sul tapis-roulant appena intravede la propria valigia con la paura che qualcuno gliela rubi. 

L'italiano medio fa "caciara", che gli venga naturale o no, perché secondo lui è sinonimo di italianità e che il nostro essere aperti - fin troppo - ci differenzia in positivo dagli altri popoli. E proprio perché siamo i migliori dobbiamo esternarlo all'eccesso, diventando pesanti, chiassosi e maleducati.

Fortunatamente esistono  turisti doc, di quelli che non saltano le file, che non si sentono solo italiani ma cittadini del mondo. Gente non necessariamente abituata a viaggiare, ma rispettosa degli altri. Turisti che si godono il luogo che stanno visitando, cercando di comunicare con i locali, condividendo e rispettando le loro usanze. Persone il cui Made in Italy è sinonimo di solarità, amicizia e simpatia. E visto che sono doti naturali, non hanno bisogno di essere dimostrate.


Leggi alcuni commenti a riguardo su TripAdvisor

@JuriGobbini



giovedì 6 giugno 2013

Old Firm e tifo casual: le curve infuocate scozzesi

Hooliganism is disruptive or unlawful behavior such as rioting, bullying and vandalism.

 Tifoso scozzese vs Fantozzi (fonte www.ivid.it )

Come in tutta Europa, anche in Scozia il fenomeno degli hooligans prese piede negli anni 80. Ma chi si immagina il popolo scozzese composto solamente da bevitori di whisky con il kilt si sbaglia. In Scozia le rivalità hanno radici profonde, motivate in alcuni casi da settarismo o addirittura da fenomeni di tendenza giovanile. A raccontarlo è il documentario Real Football Factories International (in italiano tradotto Curve Infuocate),  che vede l'attore Danny Dyer incontrare i tifosi di tutto il mondo.

THE OLD FIRM-  A Glasgow, l’ antagonismo fra Celtic  e Rangers – detto Old Firm -va al di là dei confini calcistici. All’inizio del secolo scorso, migliaia di irlandesi di fede cattolica sbarcarono in Scozia e fondarono il Celtic, squadra che andava a contrapporsi all’altro team cittadino, i Rangers i cui sostenitori erano di religione protestante.Tuttavia, all’inizio, i rapporti erano buoni, ma la rivalità iniziò ad esplodere negli anni 20, periodo di crisi economica, dove la maggioranza protestante sfogò il proprio malcontento sulla minoranza cattolica, utilizzando qualsiasi pretesto per attaccarla e discriminarla. 


The Old Firm (fonte www.thesun.co.uk)
Da allora Glasgow è divisa così in due.Anni di rivalità e di scontri, come nel 1980 quando dopo la finale di Coppa di Scozia vinta, i tifosi del Celtic invasero il rettangolo di gioco per festeggiare. Così fecero però anche quelli del Rangers: lo stadio divenne un campo da battaglia.

A fare la differenza è la religione, senza quest’aspetto sarebbe un derby come tanti altri” racconta Jim McTaggart, un ex-ultrà dei Ranger Intercity Firm, nel documentario.

Ma cosa succedeva quando Celtic e Glasgow giocavano fuori casa? Quando un esercito di migliaia di sostenitori invadeva una città, prendendone il predominio di bar, pub e parchi pubblici? Come rispondevano le altre tifoserie?

TIFOSI CASUAL– Negli anni ‘80, con Sir Alex Ferguson in panchina, l’Aberdeen osò sfidare il predominio di Celtic e Rangers. E ci riuscì, vincendo tre campionati fra il 1980 e il 1985. Aberdeen era sulla cresta dell’onda grazie al boom petrolifero degli anni ’70 ma i loro tifosi riuscirono a trovare un sistema alternativo di esternare il loro supporto alla squadra.Prendendo ispirazione da un gruppetto di tifosi del Liverpool, i sostenitori dell’Aberdeen inventarono un modo tutto loro di vestirsi.
Fonte www.sportingkicks.co.uk

Sugli spalti iniziammo a vestirci in modo diverso per distinguerci dai tifosi normali - commenta Bob Carmichael uno dei Aberdeen Soccer Casual  - non andavamo più allo stadio indossando la maglia della squadra, preferivamo metterci una tuta firmata o qualsiasi altro capo sportivo griffato. Noi eravamo gli unici a fare così. Gli hooligans della tifoseria ospite venivano qui vestiti alla vecchia maniera, come tanti skinhead o punk. Sembravano chiedersi chi fossimo!

La moda del “tifoso casual” fu  un fenomeno che nacque ad Aberdeen e che inizialmente le altre tifoserie non vide di buon occhio. Vedendo quei ragazzi con le loro capigliature, i jeans aderenti e le scarpe da tennis, pensavamo Ma chi sono ‘sti froci? - racconta Matt Johnstone del gruppo dei Motherwell Saturday Service - Li trovavamo ridicoli e ci aspettavamo che di fronte a noi se la squagliassero con la coda fra le gambe. Invece erano degli ossi duri.”

I tifosi casual non solo dimostrarono di saper combattere, ma riuscivano a farla franca mimetizzandosi fra la folla comune, mentre quelli vestiti da comuni ultrà erano fermati in continuazione dalla polizia per essere perquisiti. Così anche tutte le altre tifoserie seguirono la moda ed optarono per l’abbigliamento casual. Quando [I tifosi del Motherwell] arrivarono alla stazione di Aberdeen vestiti in quel modo - racconta Jay Allan, degli Aberdeen Soccer Casual - abbiamo provato un certo orgoglio nel vedere che qualcuno ci imitava.”

La gente iniziò a dilapidare soldi per vestirsi.  Anche la polizia fu presa alla sprovvista da quella mania e ci vollero anni per prendere le misure a quel fenomeno di massa.

RISSE e MOLOTOV – Il fenomeno del tifo violento non risparmiò nemmeno Edimburgo, la capitale scozzese. I tifosi dell’Hibernian, gli Hibs Capital City Service (CCS) erano tra i più temuti dell’intera Scozia. Nato dall’aggregazione di numerose bande, il gruppo era famoso per compiere dei veri e propri agguati nelle vie intorno ad Easter Road, sbucando fuori da un pub, o nascondendosi addirittura dietro alberi e cespugli.

A fare da loro spalla c’era anche un gruppo di giovanissimi, gli Hibs Baby Crew (HBC) ed arruolavano ragazzini sotto i 15 anni.  “Eravamo i numeri uno", racconta uno dei membri, Bradley Welsh, che a 14 anni era già stato arrestato ben due volte in seguito a degli incidenti a Dundee ed a Ibrox Park.

Fra le tifoserie di Hibernian ed Aberdeen non correva buon sangue ed ogni volta che arrivava ad Edimburgo il treno dei sostenitori ospiti, i CCS si preparavano alla battaglia. Ci schieravamo come un esercito, con i più forti al centro - racconta Dan Rivers supporter dell’Aberdeen - poi al grido di battaglia di FORZA ABERDEEN partivamo tutti alla carica.”

Una volta dentro non ti puoi tirare indietro - dice invece Derek Dykes, membro dei CCS. - solo quando arrivavano i poliziotti ce la davamo a gambe.” Nel 1985, a seguito di un pestaggio, un tifoso dell’Hibernian, l'allora diciassettenne Raymie Morrel, per poco non rimase ucciso. Tuttavia, il brutto episodio non frenò la violenza. I CCS meditarono la loro vendetta che arrivò puntuale: i tifosi scagliarono contro quelli dell’Aberdeen una bomba molotov. Fu come un avvertimento della serie: “Non toccate più uno dei nostri”.

Proprio al quel difficile periodo sono dedicati alcuni libri, come Hibs Boy: The Life and Violent Times of Scotland's Most Notorious Football HooliganThese Colours Don't Run: Inside the Hibs Capital City Service.

LO STRANO CASO DI DUNDEE –La rivalità fra Dundee United e Dundee FC è sempre stato uno strano esempio, senza dubbio positivo, di come una città riesca a fare condividere due importanti realtà sportive. Gli stadi, il Dens Park (Dundee FC) ed il Tannadice Parl (Dundee Utd) sono praticamente attaccati l’un con l’altro ed i due club hanno in pratica gli stessi tifosi. La Dundee Utility Crew unisce i tifosi di FC e Utd. I primi leader delle tifoserie erano grandi amici e per non scontentare nessuno entrambe le squadre vengono seguite più o meno allo stesso modo.

E quando c’è un derby? “Fra noi non c’è violenza -  commenta Steve McGurk, membro della Dundee Utility Crew - al limite odi la squadra avversaria., ma non i tifosi.” Ma se fra le due squadre di Dundee la rivalità è limitata, l´Utility Crew non é composta certo da agnellini: alcuni membri del gruppo furono arrestati nel 2005 prima della finale di Coppa di Scozia contro il Celtic. All´epoca la polizia fu aiutata dall´uso delle telecamere di controllo.  Non ti staccano gli occhi di dosso,” commenta Paul Hunter dell’Utility Crew “oggi è impossibile fare a botte. Oramai devi andare su una montagna se vuoi organizzare una bella scazzottata.”

@JuriGobbini

N.b: tutte le citazioni ed interviste sono state estrapolate dal documentario Real Football Factories International

giovedì 10 gennaio 2013

BEFANA A SWANSEA - Il resconto della "sfacchinata" in Galles.

Foto tratta da www.mtnfootball.com
LONDON- Dopo quasi un anno d'assenza, sono tornato a fare una trasferta con l'Arsenal, per l'eliminatoria di FA Cup. L'ultima - che era poi anche la prima - risaliva al Febbraio 2012, quando mi feci la sfacchinata di 230 miglia col bus fino a Bolton: freddo polare (-2°c per intenderci) ed orrendo 0-0 in campionato. Stavolta la distanza è leggermente inferiore (circa 200 miglia), il tempo più clemente (a parte il cielo grigio e la nebbia, almeno non è freddo) e l'avversario pratica un bel calcio. Lo Swansea allenato da Laudrup non è certo il Bolton retrocesso al termine della scorsa stagione ed in questa stagione sta impressionando tutti. Per cui, mettendo in conto un risultato deludente dai parte dei Gunners, almeno dovrei vedere giocare un bel calcio.

LEVATACCIA- Mi alzo alle 6, il tempo di fare colazione + doccia e vado a piedi all' Emirates. Naturalmente per non essere in anticipo e dormire il più possibile, avevo programmato il tutto per arrivare puntuale. La partenza è fissata per le 7.15 e sono lì alle 7.10. Coach N.4. Eccolo lì. Ma con mio smacco mi accorgo che sono l'ultimo. Non faccio in tempo a sedermi che l'autobus parte. Che precisione! E nemmeno mi posso lamentare per essermi alzato presto: Trevor, un signore sulla settantina seduto a fianco a me, mi dice che è dalle 4.30 che è in piedi e si è già fatto 1.30 e mezzo di macchina (!). "Chi glielo ha fatto fare?" penso.
Area di servizio nei pressi di Cardiff

SFACCHINATA- Quello che noto durante il viaggio è che nella autostrade inglesi non si paga il pedaggio. E la M4 non è certo la Salerno-Reggio Calabria. Naturalmente la piatta campagna inglese favorisce la costruzione di strade larghe, efficienti e senza l'ombra di buche o lavori in corso, ma è meglio troncar qui il  paragone con le strade italiane..... Dopo Bristol attraversiamo il fiume Severn grazie al Second Severn Crossing, il ponte che ci porta in Galles. Croeso i Gymru. Welcome to Wales, cita il cartello scritto in doppia lingua, english e welsh. Nel frattempo è arrivato il momento della sosta ad una stazione di servizio. Il capo gruppo si raccomanda di comprare drinks a sufficienza perché al ritorno avremmo fatto tutta una tirata. "Possibly water...." aggiunge, nel caso a qualcuno venisse in mente di fare scorte di alcoolici. Le 250 persone provenienti dai 5 autobus si spargono nell'autogrill, ma anche qui il paragone con l'Italia è totalmente a favore degli inglesi. Nessuna chiassata, nessun tentativo di furto, nessuna commessa allarmata dall'arrivo di tutta questa gente. La tranquillità che si respira fa sembrare il convoglio come una gita del Dopolavoro Ferroviario anziché una trasferta calcistica. Mi "schiaffo" un cappuccino con cornetto per la modica cifra di £5.30 (what a f**k) mentre gli altri sono per lo più in coda alla cassa del Mc Donald o all'altro fast-food di fronte: Hamburger, bacon, salsicce e fagioli fanno strage di fegati già alle 10.15 di mattina.
Liberty Stadium da fuori

SWANSEA- La campagna gallese è ricca di paesaggi da fotografare: le colline verdi, le casette tipiche, il Mare d'Irlanda sullo sfondo. Passiamo Cardiff, arrivando a Port Talbott e infine a Swansea, Abertowe per i gallesi. Qui nacque John Charles, centravanti della Juve anni 50/60, e sempre qui un giovanissimo Giorgione Chinaglia mosse i suoi primi passi da calciatore, proprio con lo Swansea City, prima di trasferirsi in Italia. L'attrice Catherine Zeta-Jones è nota come tifosa dei Swans e quando può va in tribuna al Liberty Stadium. Chissà che oggi non ci sia anche lei? Arriviamo con quasi un'ora d'anticipo sull'orario della partita. Scendiamo dal pullman in tutta tranquillità entrando sul settore ospiti.  Anche altri gruppi, provenienti da altri convogli, o semplicemente arrivati qui  indipendentemente si uniscono a noi...Dovremmo essere all'incirca 2000, più o meno. Naturalmente compro il programma della partita (qui in Inghilterra è un usanza quasi sacra) con all'interno statistiche, interviste, foto e resoconti vari. Guai a non farlo.
Relax prima del match

LIBERTY STADIUM-Imbocco l'entrata 35 per il settore X dove ho il posto. Interamente coperto, il Liberty Stadium è piccolo (poco più di 20000 posti) ma confortevole. Prima di mettermi a sedere rimango nell'area dove c'è il bar per mangiare qualcosa. Ci sono televisioni sui muri che mandano in onda una specie di Swansea Channel (la stessa cosa c'è in altri stadi inglesi, comunque). In Italia sarebbe possibile mettere televisioni nei settori ospiti? Uhmm.... Tuttavia, resisto poco nell'anticamera dello stadio. Ho bisogno di vedere il campo, quello vero, così appena terminato lo spuntino e preso un caffè mi fiondo in tribuna. La visuale è perfetta, anche se sono dietro la porta. Passo il tempo che mi separa dall'inizio della gara ad osservare i giocatori fare riscaldamento: Wilshere, Cazorla e Ramsey sono più bassi di quanto mi sarei immaginato, mentre Mertesacker è una pertica che  sembra non finire mai ("Big Fuckin' German, We've got Big Fuckin' German" è il coro riservato al biondo tedescone).

E LA PARTITA?-Ah...si certo....Ero venuto per la partita..Beh, come sempre è stato il solito Arsenal. Deludente il primo tempo, va sotto di un gol nella ripresa, poi ribalta il risultato con Podolsky e Gibbs ed, in un finale al batticuore, concede il pareggio agli Swans. Il 2-2 costringerà le due squadre alla ripetizione. Che dire....Sarebbe stato meglio aver vinto, ma il risultato sembra il più giusto. Dopo la gara, appena il tempo per andare al bagno che ripartiamo subito di ritorno verso casa. Nel viaggio ascoltiamo la diretta radio di Mansfield-Liverpool, ma non ce la faccio e crollo, addormentandomi. Mi risveglio vicino Reading, poco fuori London. La prima cosa che mi chiedo è: 9 ore di pullman fra andata e ritorno, 2 ore allo stadio, un intero giorno di ferie giocato....ne è valsa la pena? Che domande...Yes...of course...
Liberty Stadium

IL VERDETTO DEL CAMPO: Jose Manuel Flores, detto "Chico" mi ha impressionato per temperamento e fisicità. Forte di testa e grintoso, il Genoa lo ha scartato qualche anno fa ed adesso è un pilastro irremovibile nella difesa degli Swans. Michu, entrato nella ripresa, ha colpito subito al primo affondo, mentre Graham è il tipico centravanti vecchio stampo con il tiro potente e qualche kilo di troppo. Nell'Arsenal, Jack Wilshere ha fatto la solita gara da combattente, l'ingresso di Podolsky ha ridato vivacità all'attacco,  mentre Gibbs ha giocato come al solito da 6, stavolta azzeccando il gol della domenica con un tiro al volo. Le delusioni? De Guzman degli Swans, Walcott, Ramsey e Arteta per l'Arsenal.

LA CANZONE DELLA DOMENICA: Little Talks del gruppo islandese Of Monsters and Men. Al Liberty Stadium l'hanno passata tante di quelle volte, prima della gara e durante l'intervallo, che era impossibile togliersela dalle orecchie.

@JuriGobbini